IL KILLER DEI MARI NON E’ IL GRANCHIO BLU

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Il killer dei mari non è il branchio blu

Uno studio dell’Università di Padova sulle ‘noci di mare’ svela la verità

Il vero killer dei mari non è dunque il granchio blu! Il celebre crostaceo alieno che ha colonizzato le pagine dei maggiori quotidiani italiani a partire dall’estate del 2023 sarebbe infatti innocente. Non è quindi il granchio blu – callinectes sapidus – demonizzato a reti unificate ad uso e consumo di un’Italia della Pesca che vive di sussidi a fondo perduto e con una forte componente di nero – ad aver minato l’economia dopata della molluschicoltura dell’Alto Adriatico. Uno studio del Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova, in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale di Trieste, dal titolo “Assessing the impact of the invasive ctenophore Mnemiopsis leidyi on artisanal fisheries in the Venice Lagoon: an interdisciplinary approach” e pubblicato sulla rivista internazionale “Hydrobiologia” ha documentato la recente massiccia invasione nella Laguna di Venezia da parte di Mnemiopsis leidyi, una specie nota come noce di mare.

Il killer dei mari prima del Granchio Blu

«L’approccio interdisciplinare utilizzato in questo lavoro ci ha permesso di indagare a fondo il problema della noce di mare. La conoscenza ecologica locale dei pescatori ci ha permesso di ricostruire le fasi temporali dell’arrivo della specie in Laguna attorno al 2010 e della successiva esplosione demografica dal 2014. Successivamente, la modellazione statistica ha chiarito come tale esplosione demografica coincida con un aumento significativo della temperatura delle acque lagunari. Infine, un’analisi delle serie temporali di sbarcato lagunare e i nostri monitoraggi sul campo in affiancamento ai pescatori hanno permesso di dimostrare la connessione fra l’invasione di questa specie e il calo del pescato lagunare. Diminuito di quasi il 40% già negli anni (2014-19) precedenti l’esplosione del granchio blu.

Specie invasive come noce di mare e granchio blu – afferma Alberto Barausse dell’Università di Padova che ha coordinato questo studio – sono una tragedia ambientale e sociale che va affrontata cercando strategie di mitigazione e adattamento sostenibili. Rispettando anche gli ecosistemi locali i quali, come mostra chiaramente la ricerca, con la loro capacità di autoregolarsi nel lungo periodo sono la nostra principale protezione contro le specie invasive».

Noce di mare gelatinosa

La piccola Pesca tradizionale

Lo studio chiarisce come l’esplosione di abbondanza della noce di mare a partire dal 2014 sia connessa all’aumento della temperatura delle acque. La ricerca evidenzia l’enorme impatto negativo di questa specie sulla piccola pesca tradizionale lagunare svolta coi cogolli. Nonostante la noce di mare sia gelatinosa, quindi praticamente invisibile, e lunga tipicamente pochi centimetri, essa intasa completamente le reti dei pescatori. E’ una vorace predatrice di plancton e di larve di specie pregiate per la pesca.

«Questo progetto nasce dalla collaborazione fra i ricercatori della sede di Chioggia dell’Università di Padova e i pescatori lagunari. Sono stati loro i primi a vedere l’intruso in Laguna e a subirne le conseguenze. Lo studio è il primo esempio di quantificazione dell’impatto che una specie invasiva ha avuto e sta purtroppo tutt’ora avendo sulla piccola pesca lagunare. Non c’è solo il granchio blu. Il rischio di queste invasioni biologiche è quello della perdita totale di una tradizione di pesca lagunare quasi millenaria. Una pesca che utilizza attrezzi estremamente sostenibili». Ad affermarlo afferma Filippo Piccardi, dottorando nel programma europeo Pon ricerca e innovazione all’Università di Padova, primo autore dello studio.

Operazione Verità sul Granchio Blu: Il vero killer dei mari è l’uomo

C’è bisogno di una vera e propria operazione Verità sul Granchio Blu” è l’invocazione di Paolo Caratossidis. L’esperto da mesi cerca di far riflettere istituzioni e stakeholders sull’approccio costruttivo da seguire per trasformare una potenziale minaccia in risorsa. E’ convinto infatti si possa creare indotto in tutto il territorio interessato dalla cosiddetta invasione o massiccia proliferazione. Caratossidis ha pure scritto un libro sull’argomento. Insieme ai partners del ‘Granchio Blu Network‘ sta promuovendo numerosi eventi ed incontri soprattutto nelle scuole e negli istituti alberghieri. “Il vero killer dei mari non è il granchio blu” continua l’autore. “E’ sempre l’uomo a causare quei mutamenti che vanno a incidere sulla salute di ecosistemi così delicati quanto preziosi.”

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